15 maggio 2006

TOOL - 10000 DAYS (2006)

Finalmente! Dopo una lunga attesa, stemperata dall’uscita di un dvd e di svariate pubblicazioni tra cd e dvd con gli A perfect circle, esce in questi giorni l’ultima fatica per Maynard e soci. La lunga attesa non è stata vana, le aspettative erano molto alte e non credo che i Tool le abbiano deluse. Come al solito il packaging è curatissimo, la cover diventa una specie di visore 3D che permette di vedere tridimensionali le immagini del booklet interno (il gruppo consiglia di vedere le immagini durante l’ascolto delle canzoni…vabbè!), sfilare il cd dalla sua custodia è invece una mezza impresa e si rischia addirittura di spezzarlo (se siete maldestri come me). Il disco non si discosta molto dal precedente Lateralus, molto simili tra di loro per durata totale e dei singoli brani, ambientazioni e suoni. Pur garantendo quindi un livello di qualità altissimo, invidiabile per molti altri gruppi, il disco non può essere elevato a capolavoro a causa delle similitudini prima esposte con il precedente lavoro. I Tool ci hanno abituato ad aspettare molto tempo tra un disco e l’altro ripagandoci ogni volta con un disco molto diverso da quello prima (Undertow, Aenima e Lateralus sono stati composti in 15 anni e le differenze tra di loro sono fin troppo evidenti), quindi perdono qualcosa nel giudizio finale dell’album. Non fraintendetemi però, il disco è bellissimo, sottofondo ideale di un pomeriggio di pioggia passato dietro la finestra a pensare alle diecimila inquietitudini che ci tormentano ogni giorno. Tranne tre, gli altri pezzi superano abbondantemente i 6/7 minuti, con punte oltre i 10. I suoni sono duri ma levigati, molto definiti e cesellati nell’insieme: la voce cuce melodie evocative che si distendono su lunghe divagazioni psichedeliche che si intrecciano con la rabbia delle chitarre e con i ritmi serrati della batteria. La riflessione supera comunque l’impeto, la calma l’irriquietezza, il buio la luce. Dov’è finita però quella vena comica che i nostri risucivano a far convivere con tinte buie e contorni sfocati? Niente più traccia! Questo non ha penalizzato l’album, però trovate geniali come quelle sentite in Aenima (l’organetto hammond che suona una delirante sigletta da videogame anni 80, il messaggio pieno di parolacce in italiano e in americano lasciato nella segreteria telefonica di Macbeth), sarebbero servite a rendere più “leggero” e diversificato l’album. Concludendo, 10000 days è un ottimo disco, lo ascolterò fino allo sfinimento e si candida ad essere album dell’anno: come avete letto però nella precedente recensione, la concorrenza è spietata…

ZM

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Maestro! ci siamo! manco a dirlo mi hai messo voglia di sentire questo nuovo disco dei tool così tanto che quasi quasi ce li butto questi 20euri alla faccia delle bollette da pagare e delle vacanze imminenti. A proposito, ti stai a scaldare x il 21 giugno? mi racc non ammetto defezioni!
Statt buon

Tom

Philip Fry ha detto...

bellissimo questo album!!

Matthias StepTb ha detto...

Stupendo. Lateralus continua a rimanere il mio preferito però.
A Bologna hanno spaccato.