Oggi pomeriggio, come ogni mese da qualche anno a questa parte, compro la mia bella copia di Rock Sound (lo leggo dal numero 1, molti lo criticano, secondo me è uno dei migliori giornali musicali in circolazione) e inizio a leggerla. Nel frattempo inizio anche a pensare la recensione da mettere sul blog e decido per gli Atreyu. Arrivo alle recensioni "new rock" (la definizione è orribile, come tutte le classificazioni secondo me), cerco di evitare quella sugli Atreyu ma la curiosità è tanta e quindi la leggo: che delusione! Il disco ha beccato 5/10! Secondo il recensore i cari ragazzi si sarebbero venduti al Dio denaro snaturando il loro suono a discapito di chitarre pesanti e del cantato screamo di Alex Varkatzas per dare spazio (troppo) alla voce melodica del batterista Brandon Saller e ritornelli troppo paraculi. Beh, non sono molto convinto: ammorbiditi si, ma non troppo. E' vero che pezzi come The Theft fanno rimpiangere i vecchi album ma da qui a screditare così tanto questo disco ne passa. Il marchio di fabbrica Atreyu è rimasto abbastanza intatto, la produzione superba risalta le ritmiche incalzanti, la vociona di Alex e le belle melodie di Brandon, le chitarre forse si sono un pochino allegerite ma non mi sembra più di tanto. Credo più che altro che i ragazzi stiano cercando una via più vicina all' emo che non al metal, puntando più sul cuore che al sudore dell'ascoltatore, tralasciando assoli black metal che, sia ben chiaro, tanto ci sono piaciuti in passato. Ho ascoltato forse troppo poco questo disco, quindi magari cambierò idea, però per il momento non rimpiango affatto l'acquisto del cd, anzi! Piccolo consiglio: se vi avvicinate per la prima volta a questo gruppo vi consiglio di accattarvi The Curse, precedente e secondo disco e ops, dimenticavo, capolavoro del gruppo e di un genere (lo scremocore) che ha bisogno di gruppi come questo! Vi saluto, vado a strillare un pochino sulle note di Creature, Our Sick Story e Your Private War...ZM
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